Un weekend al Mare D’ Inverno....
Una gita di due giorni con gli amici di QTP.it, il freddo di Trieste in un giorno di vento ed il calore di essere tutti insieme, di parlarci guardandoci negli occhi. Essere, una volta tanto non solo virtuali.
E... poter mettere le mani sulle attrezzature degli amici. In sostanza, scambiarci i giocattoli e ridere e scherzare per qualche giorno tutti insieme. L’asilo?! Certo. E ne siamo pure orgogliosi.
Ma tra i giocattoli questa volta c’è un’anteprima mondiale.
La prima ed unica raccomandazione che viene da Panasonic (oltre a quelle ovvie) è che il firmware è ancora in stato alfa.. gli EXIF dicono 0.1!! e di tenere conto di questo, quando si esprimono dei giudizi.
Le micro4/3 senza mirino integrato, tipo PEN e GF rappresentano una nuova classe di fotocamere digitali che speravo un giorno qualcuno facesse. La versione digitale di una Contax G2, di una Minolta CLE. Una compatta di grande qualitá, con l’ottica intercambiabile.
La GF2 é piccola, solida, di grande qualitá, senza fronzoli. Una GF1 più matura, anche se dovrebbe posizionarsi subito sotto, come specifiche e prezzi.
Non vi tengo in sospeso. Si. Ci siamo. Ci sono degli ovvi compromessi, ma ci siamo.
La macchina é molto piccola, la piú piccola EVIL fabbricata finora. Ma non é troppo piccola, e calza in mano perfettamente...
All’inizio del meeting avevo la mia EPL1, l'economica di casa Olympus, dotata del suo zoom di serie. Di recentissima acquisizione, un po’ per separare il corredo dello studio (tutta attrezzatura professionale Nikon, Canon ecc..) da quello mio personale, un po’ per poter utilizzare tute le ottiche manuali storiche, e riprendere con la fotografia un rapporto giocoso e disimpegnato, che ho perso strada facendo.
Beh, in borsa si sono aggiunte GF2, 8mm fisheye, 14mm pancake e zoom 7-14.
Micro 4/3
La domanda di base é:
«Come va la macchina, come sono le ottiche? Ma il sensore com’é? Posso vendere la mia reflex digitale comperata l’anno scorso e vivere felice con una di queste!?»
«AH BOH?!, 42!»
Se uno si picca di provare per un giorno il sistema 4/3 o peggio m4/3, provenendo dai sistemi reflex più classici, rischia di finire in analoghi, grossolani errori.
In una valutazione sommaria, che un fotografo eccessivamente sicuro di sé sarebbe tentato di fare, tutto il sistema verrebbe classificato come “via di mezzo, né carne né pesce”.
Vuoi per non avere una visione reflex, vuoi per la scelta di spostare parte dei problemi della progettazione delle ottiche nella gestione del RAW.
“Capire" il RAW vuol dire muoversi su equilibri nuovi, nuovi workflow da studiare ed inventare, per distillare, come con Nikon, Canon ed atri, ogni singola goccia di qualità dall’accoppiata di ottica e sensore. Questo se non ci piacciono ( o non ci bastano) gli ottimi, ottimi jpg che vengono fuori direttamente dalla macchina.
E qui si entra nella valutazione d'uso del sistema.
Quello che posso dire, parlando di risultati finiti, impressioni d'uso e rapporto con l'interfaccia, é che mi sono trovato davanti ad una macchina che andava oltre le mie più rosee aspettative.
E poi, forse quello che conta di più, ci sono nuovi contenuti e nuove interfacce, che portano a pensare alla fotografia in modo più libero, che hanno recuperato alcune lezioni importanti dal passato, portandole nel presente con intelligenza ed attenzione nei confronti dell'utilizzatore finale.
Ci sono ottiche che forse per la prima volta sono progettate consapevolmente come parte di un workflow digitale. Costruite in egual misura con vetro, plastiche, lega metallica, algoritmi e software.
Ci sono corpi macchina ben costruiti, ergonomici, che sacrificando quelli che sarebbero dei mirini ottici di compromesso, bui, piccoli e semiinutilizzabili, ottengono dimensioni e pesi ridottissimi, enormi semplificazioni ottiche e meccaniche, ed una qualitá percepita nettamente superiore.
L’ottica fisica, corregge, senza compromessi, quello che sa correggere meglio, il resto viene lasciato al software che aprirà i RAW. Questo, ovviamente, deve essere in grado di leggere ed interpretare correttamente anche tutti i dati provenienti dalla cpu della lente.
Ho bisogno di tempo ed applicazione, di entrare in un nuovo modo di pensare. Un nuovo workflow digitale, per capire se quei "limiti" che vedo nel sistema appartengono al sistema stesso, o al mio personale approccio.
La mia personale valutazione tecnica, sull’intero sistema m4/3 Panasonic - Olympus, deve attendere altre e ben più approfondite prove.
La valutazione sugli obiettivi dovrebbe, per essere completa, comprendere quel nuovo workflow digitale. I miei metri di paragone sono, da un certo punto di vista, datati. Quindi non entro nel merito del rapporto tra la qualità ottica ed il prezzo e del confronto con le mie ottiche di riferimento.
Per la GF2, vorrei poter passare un po’di tempo con una versione di serie, il firmware alpha aveva in effetti qualche indecisione ed inceppamento, margini di miglioramento nella risposta dell’interfaccia. Diciamo che per essere un alpha si é comportato anche troppo bene, e la mia valutazione non ne é stata in alcun modo influenzata, anzi!
Per tutte queste ragioni, la mia é una prova su strada, un “hands on” ed é una recensione volutamente incompleta.
La risposta alla domanda iniziale, é che per adesso io mi tengo la mia attrezzatura professionale, estremamente specifica, di qualitá manifesta e tuttora insuperata. Ma in tasca, ho una Micro 4/3, ed ho sviluppato per questa lo stesso livello di attaccamento, anche emotivo, che avevo per alcune macchine a pellicola. Il fatto che io sia riuscito ad instaurare di nuovo quel rapporto simbiotico vuol dire che qualcosa, finalmente, ha funzionato anche nel digitale. Non mi disturba caricare le batterie ogni sera, dover svuotare le schede. A volte, mi permetto di scattare direttamente in jpg
GF2 in breve
La GF2, quando la guardi, é proprio piccola. Una compattina di fascia alta priva di tutte quelle belle gommature, forme articolate ed organiche che Canon e Nikon propongono da anni come funzionali ed ergonomiche. La guardi e ti chiedi se riuscirai a tenerla in mano.
Che dire? Che si tiene in mano benissimo, e che ha i comandi principali dove le mie mani si aspettavano di trovarle. Un progetto fatto con cura, con passione e cognizione di causa. La linea essenziale non risulta mai scomoda, la presa é migliore che con la EPL1 dotata di guancetta laterale. Mancano le ghiere? Quando a tenete in mano, il vostro pollice destro sfiora una rotellina. Si puó premere e scorrere a dx e sx. A seconda della modalità di scatto, vi permette di fare ESATTAMENTE quello che la rotellina DOVREBBE fare in quel frangente. Vi legge nel pensiero. Preferisco avere quella rotellina, piuttosto che la ghiera dei modi PASM della EPL1
L'impressione é di avere per le mani una macchina solida, ben costruita, che risponde perfettamente ai comandi. Questo porta a classificarla, operativamente, nella stessa famiglia di Leica M, Minolta CLE, o delle telemetriche Voigtlander. Anche se nell’uso effettivo é molto più pratica e sbarazzina.
L'interfaccia software offre degli spunti interessanti, alternati con qualche ingenuità, che resterá per soddisfare i clienti che vengono dal mondo delle compattine giocattolose, e qualche cosa ancora da limare. Aspetto con ansia la versione finale in produzione....
Parlando di desideri, ecco la lista per Babbo Natale:
Sarebbe bello avere acuni accorgimenti, come la possibilitá di cambiare i colori di fondo dei menu ed i contrasti a seconda delle effettive condizioni di luce e visibitá.
Sarebbe davvero utile poter scegliere, in fase di bracketing, una distanza tra una esposizione e l'altra di piú di un singolo stop! Io arriverei anche a 2, a passi di 1/3. Quelli che usano l'HDR ringrazierebbero!!!
Poi sarebbe divertente poter personalizzare menù ed icone...
Si potrebbe forse sfruttare meglio il touchscreen, sviluppando un sistema di interazione che renda ancora più semplice la gestione della fotocamera. Si potrebbero aggiungere ghiere o pulsanti “virtuali” sul bordo sinistro, ad esempio...
Sarebbe fantastico poter scrivere e caricare dei “programmi” customizzati per controllare ed automatizzare la macchina ed usarla anche per fotografia scientifica
Insomma, i miei appunti riguardano solo piccole cose che si possono essere aggiustate via firmware.
Perché la macchina, in sé, é quasi perfetta. E da un punto di vista di un produttore, é una mossa molto coraggiosa, vuol dire che per convincere gli utenti a comprare la successiva bisogna tirar fuori un grosso coniglio dal cappello!
Insomma. é una macchina, delle lenti, un SISTEMA, progettato da qualcuno che sa ed ama fotografare. E non da una tribú di scimpanzé guidata da una recluta dell'ufficio marketing.
Fisheye!!
(fishlist) Per che non lo sapesse ancora io sono un fanatico collezionista di fisheye. Non è solo una questione professionale (links), non è solo il fatto che mi occupo di panoramiche digitali dal 1998, e che sono coinvolto nello sviluppo hardware e software, che ho tenuto corsi e workshop sulla fotografia panoramica nelle università di mezza Europa...
E’ proprio una faccenda personale! Ne ho un armadio pieno, rinuncio a cibo (ed alcool) per procurarmeli e sto cercando di provarli tutti, prima o poi. Più che altro la chiamerei tossicodipendenza.
E finalmente!!!! Il piú piccolo obiettivo fisheye attualmente in commercio è nelle mie mani e porterà le mie impronte digitali!! Probabilmente sulla prima lente, se non ci sto attento.
La mia intenzione primaria era accoppiare GF2 e 8mm con una testa panoramica e vedere che cosa sarebbe successo.
Ho dovuto promettere solennemente di non segare o menomettere nulla... (link experience foto) e mi hanno perquisito in cerca di seghetti ed armi da taglio prima di consegnarmelo..
8mm Panasonic
L'impressione é quella di avere per le mani una lente minuscola. é piú piccola anche dello zoom di serie con la GF1. Pesa, anche se non tantissimo, e la costruzione é di qualitá.
Montato sulla GF2 é proporzionato e bilanciato... Meno ingombrante e pesante di una LeicaM col 50mm. E piú piacevole da tenere in mano. Almeno per me!!
In macchina, dal monitor della mia EPL1 e dalla purtroppo-non-ancora-mia GF2, la vista é meravigliosa.
L'autofocus é rapido e non si mette in caccia. Ti sta pregando, supplicando di portarlo con te a fare video di skateboard.
Il flare.
Parlando di un fisheye non si puó non parlare di flare. Il sole te lo trovi nell'inquadratura con una probabilitá che rasenta il 50%, ed ai margini, lá dove potrebbe arrecare piú danni possibile, al 175%. Legge di Murphy.
Per quanto un'ottica fisheye possa essere buona otticamente, correggendo perfettamente le aberrazioni cromatiche fino ai bordi, il coma, per quanto segua le leggi di proiezione in maniera prevedibile, in modo tale da essere precisamente corrette via software, insieme al color fringing eccetera, nulla puó salvare una immagine dove un flare "cattivo" abbia fatto la sua comparsa.
Non é possibile evitare il flare in assoluto. Le ottiche dove l'antiriflessi é troppo aggressivo risultano alla fine sempre troppo contrastate, ammazzando i dettagli nelle basseluci e la sensazione di tridimensionalitá dell' immagine. Ma c'é flare e flare. Il flare "buono" é quando si formano sí alcune piccole immagini fantasma del diaframma, quando c'é una piccola e contenuta velatura dell'immagine in corrispondenza della fonte di luce, ma non ammazza il contrasto di tutto il resto, non crea un alone di "nebbia" intorno agli artefatti del flare e, soprattutto, non "riempie" tutta l'immagine con detti artefatti.
In questo caso l'immagine puó restare bella e "sognante", puó essere gradevole, anche ricercata. Ma non é questo il punto.
Quando verrá montata all'interno di un panorama a 360 gradi, il risultato sará al di sotto delle aspettative. Perché tra una immagine e quella successiva ci saranno discrepanze enormi in termini di colore, contrasto, esposizione percepita (anche se le immagini sono state prese regolarmente allo stesso valore di esposizione).
Ad una prima prova il Panasonic si rivela piuttosto buono, ma purtroppo per lui io so dove cercare!
Appena messo alle strette rivela tutto il suo flare. Che non é quello di un'ottica senza compromessi. Diciamocelo, non é nemmeno particolarmente brutto, ma da un'ottica che costa quasi 800 euro mi aspetterei di essere ALMENO ai livelli del Nikon 10.5, del Sigma 10mm ed 8mm 3.5. E’ al livello dell'ottimo ed economico Tokina 10-22, che ha uno schema ottico decisamente piú complesso!!
La mia valutazione sull'8mm Panasonic, come strumento panoramico é piuttosto positiva. Sulla diagonale ci sono piú di 187 gradi, il formato 4/3 ci dá la grazia di una distribuzione dell'angolo di campo ideale per scattare panorami con un workflow estremamente semplice, sfruttando l'immagine al meglio e riuscendo a chiudere un panorama ad alta definizione anche con soli 5 scatti, avendo sempre una sovrapposizione ottimale.
l'immagine JPG risultante dalla GF2 é molto bella, anche se a volte presenta artefatti e moiré nelle zone difficili, come il fogliame.
Per contro, bisogna fare estremamente attenzione ai flare. Come dimostrato esistono delle condizioni in cui il fenomeno puó essere pesante. Allora é bene fare qualche scatto in piú per controllarne gli effetti.
Aspetto la possibilità di aprire e gestire i RAW della GF2 per dire di piú, ma queste prime impressioni mi lasciano comunque sperare molto bene
Il 14mm F2.5 é proprio un obiettivo curioso. Piccolo come il tappo del corpo macchina. Leggero, solidissimo e molto ben costruito.. sembra privo di parti mobili, se non fosse per la ghiera della messa a fuoco (manuale assistita) che occupa quasi tutto il barilotto. Con questo su la GF2 va nella tasca di qualsiasi giacca.
Il formato conta! 4/3 non é 2/3, ed il campo inquadrato diverso da un 28. Sembra un poco più largo. E lo é. Perché c’é più angolo di campo in alto ed in basso, e si rischia ancora di più di cadere nei problemi compositivi tipici del grandangolare, il primissimo piano VUOTO! Quindi mi trovo spesso a tagliare una fetta di cielo o una fetta di suolo. E’ piacevole comunque da usare, anche se mi imbarazza un poco, da fanatico del 28mm su pellicola e fullframe.
I colori sono ottimi, la luminosità é buona per riprendere anche in condizioni difficili. La correzione digitale delle deformazioni geometriche (barilotto) avviene in macchina, oppure attraverso un software di sviluppo raw dedicato. Con risultati molto buoni. Altrimenti i difetti geometrici sarebbero molto pesanti. Il software della macchina non corregge tutto al 100%, con software come PTlens e PTgui si potrebbe fare ancora meglio.
Lo sfocato mi pare piacevole, anche se quasi inesistente, diaframmando un poco.
La MAF automatica é velocissima e silenziosa.
7-14mm F4.0
La prima cosa che mi ha colpito é stata la costruzione solida, monolitica e impeccabile. La macchina risulta ben bilanciata nelle due mani, ma sempre usabilissima in una mano sola. Più piccola di una bridge camera superzoom, per intenderci. Anche qui la messa a fuoco, come lo zoom, risulta veloce e silenziosa, senza andare in caccia. La vocazione video dello zoom corto di casa Panasonic é tale che quasi passa la voglia di fare foto. In questo contesto é forse indispensabile dire che la lente presenta un’ ottimo bokeh, cioé un ottimo sfocato, che resta morbido e definito (vista la corta focale e l’apertura relativa non proprio luminosa)
Da ultimo bisogna dare atto dell’ottimo range di zoom, che consente riprese in tutto il range usabile delle corte focali.
Il prezzo é ragionevole, se lo rapporto ad altri obiettivi che condividono simili pregi, come 10-22 Canon ed il vecchio 12-24 Sigma. Anche qui la parte di correzione affidata al software é elevata.
In caso di uso “panoramico”, se vogliamo usarlo per unire più fotogrammi in una sfera di 360 gradi bisogna dire che é buona norma aprire i raw senza correggere le deformazioni geometriche, per farlo una volta sola e non perdere qualità, e per avere un potere di copertura ancora più grande dei nominali 7mm. Nella parte finale, con la grossa prima lente ed il paraluce a corolla, l’obiettivo si allarga parecchio, ed eccede dal profilo inferiore della fotocamera. Per adoperarlo su di una testa panoramica é necessario un rialzo (una piastra a sgancio rapido é sufficiente). Il numero, piuttosto elevato, di immagini necessarie a coprire la sfera non lo mette in diretta concorrenza con l’8mm.
Il suo workflow minimo é di 13 immagini, 6 inclinate a -30, 6 a 15/20, più una zenitale, per una risoluzione finale da 10400x5200.
Luca Vascon, di formazione designer e fotografo, che lavora nell’ambito della fotografia panoramica dal 1998, progetta attrezzature fotografiche per la realizzazione di panoramiche per la Agnos Tech Engineering e partecipa alla ricerca e allo sviluppo di software volti alla realizzazione e fruizione dell’immagine immersiva. Dal 2002 lavora ed insegna presso la facoltà di Design e Arti dello IUAV di Venezia e tiene workshop in altre università come il Politecnico di Milano e il FAMU di Praga. Nel 2003 è docente del primo corso di fotografia panoramica d’Europa. Nel 2005 organizza a Venezia la conferenza annuale dei panoramisti europei e da allora fa parte del coordinamento. È fondatore insieme ad altri panoramisti italiani di Italia360 su yahoogroups, e nel 2007 con Jeffrey Martin di 360cities.net.